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CULTURA: DanielaTesta

L'OPERATO

NEL VENTRE DI BABELE
IL LINGUAGGIO NEI LAGER NAZISTI


La recensione della OFM


La sintesi più tragicamente esaustiva del concetto di pregiudizio è Auschwitz.
Un nome come tanti in origine, assurto poi a simbolo universale ed eterno di orrore e odio razziale. Macchia indelebile della coscienza umana, infame sigillo della brutalità più bieca che solo la sensibilità di coloro che sentono il dovere etico di mantenere viva la memoria può trasformare in monito per il presente e il futuro. Daniela Testa, giovane anello di congiuntura tra il passato (in virtù dell'argomento del suo libro), e il futuro (la sua età è di per sé una speranza di cambiamento), ha utilizzato le proprie conoscenze tecniche e linguistiche per una ricerca dal forte impatto emotivo. L'afasia dei perseguitati dei lager sgretola in senso metaforico le certezze linguistiche anche del lettore più colto, costretto dalla narrazione ad immaginare che dietro l'angolo, in qualsiasi momento della storia futura, la cecità umana potrebbe preparare una "Torre di Babele" anche per lui.
Chi non ha mai visto almeno una volta nella vita qualche immagine o fotografia degli scempi perpetrati dai nazisti nei lager? Eppure, non tutti avranno avuto l'intuito o la curiosità di chiedersi nell'inferno quale lingua si parli ogni giorno. Con la guida di Primo Levi, che l'inferno lo ha vissuto sulla propria pelle, Daniela Testa indaga un aspetto inedito del subire il
pregiudizio altrui: il linguaggio come occasione di vita o di morte, di ulteriore fonte odio "verso" e "tra" gli stessi perseguitati. Scrive l'Autrice: "La confusione dei linguaggi è dunque l'elemento dominante dei Lager e contribuiva ad instaurare tra i prigionieri stessi una situazione d'incomprensione, di discordia e di odio, a indebolire la solidarietà, ad ostacolare ogni tentativo di resistenza organizzata, ad aumentare l'isolamento e la sofferenza".
Ancora oggi, paradossalmente nell'era delle comunicazioni, la Torre di Babele continua a sovrastare l'umanità: l'incomprensione tra uomini prende le sembianze della guerra tra popoli, sul piano macroscopico di cui Auschwitz è emblema, ma anche quelle del microconflitto tra individui, nella vita di ogni giorno. Il "ventre" è largo, accoglie tutti generosamente.
Esistono, dunque, tante manifestazioni (latenti o palesi) di pregiudizio ma tutte hanno come matrice comune l'incapacità o la mancata volontà di ascoltare le ragioni dell'altro. Semplicemente ascoltare con mente "Open", evitando di chiudere aprioristicamente la "porta interiore", già sarebbe un grande passo per un'esistenza più serena. Soprattutto, potrebbe rivelarsi un metodo efficace per scoprire tutti i colori del mondo - e ne sono davvero tanti - anziché ridursi ai grigi e ai mezzi toni della propria, stanca, tavolozza.
L'associazione OFM, che dell'apertura mentale e della capacità di ascolto ne ha fatto la propria ragion d'essere, ha visto nel lavoro di Daniela Testa un esempio originale e incisivo d'impegno civile e intellettuale a favore della tolleranza e dell'amicizia tra i popoli.
"Nel ventre di Babele" è un libro che invita a riflettere sulla necessità ai giorni d'oggi di diffondere una metacomunicazione basata non sugli idiomi ma sul linguaggio universale dell'anima.
Ascoltiamoci per rispettarci.


L'autrice


La giovane studiosa Daniela Testa nasce a Napoli nel 1985. Attualmente vive a Caserta e frequenta il secondo anno della laurea specialistica in Germanistica all'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Laureata in lingue, pubblicista iscritta all’Albo dei Giornalisti della Regione Campania, è corrispondente esterna della redazione casertana de Il Mattino.
Appassionata di lingua e cultura tedesca, propone nel 2006, come tesi di laurea, il saggio sul nazismo intitolato Le fondamenta di Babele. Primo Levi e le lingue del Lager.
Nel novembre 2008 il Saggio da Lei scritto ha vinto il II premio Mario Soldati per Giornalismo e Critica.
Attualmente ricopre la carica di Cultore della Materia in Storia Contemporanea all'Università l'Orientale.
E' Socia dell'
Associazione Culturale e Sviluppo Economico Sociale Open Forma Mentis.




Note di copertina


NEL VENTRE DI BABELE: IL LINGUAGGIO DEI LAGER NAZISTI di Daniela Testa

Come si comunicava ad Auschwitz e negli altri Lager nazisti? Questo saggio storico, nato come tesi di laurea, analizza la difficoltà di comunicazione all'interno dei Lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. Da Auschwitz a Dachau, ovunque nacquero gerghi e nuovi linguaggi causati dalla commistione tra le lingue presenti nei campi di concentramento, dove si crea una vera "Babele" linguistica. Così, dopo un breve percorso storico che aiuta il lettore a calarsi nell'atmosfera di quel tempo, si prosegue, partendo da un testimone per eccellenza come Primo Levi, attraverso testimonianze e analisi di documenti, con un tema inusuale che mostra la guerra sotto un profilo diverso. Il saggio si conclude poi con un'appendice fotografica che raccoglie soprattutto immagini dal Lager di Auschwitz e con le interviste ai tre superstiti ebrei, tuttora residenti a Roma, Piero Terracina, Carla Cohn e Joseph Varon che, attraverso aneddoti e riflessioni, raccontano la loro esperienza nei campi di sterminio. Significativa anche l'immagine di copertina del testo che riporta un disegno a matita del pittore Andrea Sparaco, dal titolo "Parole, Silenzio, Memoria!" Nonostante questo notevole sforzo di ricostruire il linguaggio di Auschwitz, la stessa autrice, citando il giornalista Francesco Piccolo, scrive: "Bisognerebbe inventare per Auschwitz quel silenzio che non siamo ancora riusciti ad inventare. All'invenzione dell'orrore bisognerebbe rispondere con l'invenzione di una facoltà umana che consiste nella memoria indelebile senza più bisogno di alimentarla anno dopo anno. Bisognerebbe inventare quel silenzio assordante che sia uguale e contrario al silenzio che hanno trovato i soldati che hanno liberato i sopravvissuti: un silenzio che parla ininterrottamente, che riempie di vuoto consistente le televisioni e di bianco consistente i libri e i giornali".



Titolo: NEL VENTRE DI BABELE
Testimonianze di P. Terracina, C. Cohn e J. Varon
Autore: Daniela Testa
Editore: Editrice Spring
Genere: Saggio
Argomento: Il linguaggio dei Lager Nazisti
Pagine: 104
ISBN: 978-88-87764-93-2
Prezzo: Euro 15,00
Data pubblicazione: aprile 2008

Daniela
Testa

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